Patologia degenerativa:
è la condizione più diffusa nei pazienti adulti. Origina dal normale invecchiamento dei tessuti che formano i dischi intervertebrali e le articolazioni posteriori tra le faccette vertebrali. Causa dolore con vari meccanismi, che dipendono dal grado di degenerazione del disco intervertebrale stesso. Nelle fasi inziali il dolore è spesso legato alla contrattura dei muscoli paravertebrali, nelle fasi intermedie è il disco stesso che crea un ambiente infiammatorio attorno a se’, coinvolgendo la parte ossea di vertebra a contatto con esso e le strutture muscolo-articolari limitrofe. Nella fase avanzata di degenerazione il disco intervertebrale perde la funzione di ammortizzatore (uno “shock-absorber” vero e proprio) e di distanziatore tra due vertebre, e i nervi possono rimanere intrappolati in corrispondenza del loro punto di uscita dal canale vertebrale, in modo statico o dinamico. Questa situazione di incapacità dell’unità spinale (due vertebre e il disco tra esse) di mantenere normali rapporti articolari e un allineamento corretto sotto carichi fisiologici, SENZA DOLORE, viene definita instabilità, ed è una delle cause più diffuse di intervento chirurgico. Infine, la fase terminale della degenerazione del disco prevede la completa scomparsa del tessuto cartilagineo e fibroso del disco stesso, e la fusione delle due vertebre adiacenti. Vai all’elenco di tutte le patologie trattate →
Patologia traumatica:
le fratture vertebrali sono frequenti nei pazienti giovani e nei pazienti anziani e osteoporotici. A seconda del tipo di frattura è indicato il trattamento chirurgico o conservativo. Un trattamento errato può portare a mancata o ritardata guarigione, deformità post-traumatica, deficit neurologico persistente. Esistono lesioni traumatiche che interessano esclusivamente le parti ligamentose della colonna vertebrale, pertanto non immediatamente visibili ai comuni esami radiologici di primo livello. E’ necessaria una attenta valutazione clinica di pazienti traumatizzati con dolore persistente al rachide, poiché potrebbero nascondere lesioni di questo tipo. Vai all’elenco di tutte le patologie trattate →
Patologia tumorale:
i tumori che interessano la colonna vertebrale possono essere primitivi o secondari. I primitivi, e cioè che originano dai tessuti che compongono la colonna stessa, sono tumori ossei (sarcomi, osteomi, cordomi, etc), della cartilagine (condromi, condrosarcomi), della meninge (meningiomi), dei nervi (neurofibromi, neurofibrosarcomi). I secondari sono le metastasi da altri tumori primitivi (soprattutto tiroide, rene, mammella, polmone, prostata), o localizzazioni di tumori del sangue (mieloma multiplo). Vai all’elenco di tutte le patologie trattate →
Patologia infiammatoria e infettiva:
artrite reumatoide, artropatie sieronegative, spondilite anchilosante e altre malattie autoimmuni che colpiscono i tessuti articolari possono aggredire la colonna vertebrale in modo più o meno esteso. La diagnosi corretta e la valutazione del paziente nel suo insieme è fondamentale per un trattamento efficace. Le infezioni della colonna sono anch’esse una causa non infrequente di dolore assiale. Purtroppo non sempre vengono riconosciute rapidamente, mentre una loro pronta diagnosi e l’isolamento dell’agente patogeno mediante biopsia è uno dei presupposti fondamentali per trattarle efficacemente. La chirurgia è riservata per casi selezionati in cui un grave deficit neurologico o la estesa distruzione di strutture indispensabili per la stabilità biomeccanica compromettano la funzionalità del paziente e la qualità di vita. Nella maggior parte dei casi, tuttavia, la terapia antibiotica mirata e l’immobilizzazione con busto sono sufficienti per ottenere la guarigione. Vai all’elenco di tutte le patologie trattate →
Osteoporosi:
con l’invecchiamento della popolazione l’osteoporosi sta diventando una condizione con cui i pazienti –e il chirurgo- devono fare i conti per un lungo arco di tempo. I progressi nella terapia farmacologica hanno ridotto la prevalenza di quadri di osteoporosi grave. Tuttavia, quando si effettua chirurgia vertebrale su pazienti anche non gravemente osteoporotici, i risultati e la tenuta nel tempo non sono sempre garantiti. E’ pertanto importante, nella valutazione del tipo di intervento, tenere presente questo fattore fondamentale, ed eventualmente utilizzare tecniche di “augmentation” ossea che prevedono l’impianto di viti speciali e l’utilizzo di “cemento osseo”. Vai all’elenco di tutte le patologie trattate →